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L’esordio di un autore russo tra le proposte della casa editrice Mondadori si può far risalire ai primissimi anni ’20, quando il direttore della Sezione Letteraria della casa editrice, Umberto Fracchia, nella corrispondenza con lo scrittore Nicola Moscardelli discute l’acquisizione di alcune opere russe. Si tratta delle traduzioni inviate alla casa editrice dalla traduttrice di origine lituana Eva Kuhn Amendola: brani da  Gogol’ e Kuprin e i romanzi di Dostoevskij Un adolescente e i Fratelli Karamazov, in progetto per una collezione di romanzi di importanza universale, mai concretizzata.

Il vero protagonista delle prime pubblicazioni di opere russe della Mondadori sarà quindi Maksim Gorkij; se ne farà carico Cesare Castelli, che deteneva i diritti delle traduzioni di Maksim Gor’kij. Castelli, traduttore ed editore, secondo le testimonianze dell’epoca, non conosce il russo, ma traduce dal tedesco. Il suo contratto con Mondadori viene rinnovato per dieci anni, dal 1922 al 1932, ma già nel 1927 la traduzione è firmata a quattro mani con Raissa Olkienizkaja Naldi (che si firma con lo pseudonimo Raissa Folkes). In seguito sarà Erme Cadei, già collaboratore di Treves e Bietti, a tradurre dal russo per Mondadori.

All’epoca dell’affermazione del fascismo, la casa editrice Mondadori vive una crescita impetuosa, supera il modello artigianale e dimostra di possedere i tratti dell’impresa industriale, conquistandosi i più famosi autori italiani del tempo ma senza rinunciare alle traduzioni di testi stranieri. Mondadori corre in questi anni il rischio di non allinearsi alla politica fascista, gestendo le proprie scelte con abilità e maestria.

La collana “Biblioteca Romantica” si colloca in questo scenario: è infatti una delle prime collezioni di taglio industriale, destinata ad accogliere 50 volumi di opere di autori stranieri tradotti:

“…un corpus di grandi autori stranieri (…) in traduzioni dirette, complete, esattamente controllate, con introduzioni e notizie e, dove occorrano note.” (da una Lettera di Giuseppe Antonio Borgese, 18 febbraio 1926. Archivio Storico Fondazione Mondadori, Fondo Arnoldo Mondadori, Fasc. G. A. Borgese).

In questa collana, tra il 1931-’42,  vengono pubblicati Cechov, Dostoevskij, Turgenev, Tolstoj in traduzioni di Cadei, Felyne, Festa, Kociemski e Küfferle.

Rinaldo Küfferle, incaricato della traduzione de I demoni e Padri e Figli per la “Biblioteca romantica”, continua la propria collaborazione con la casa editrice, proponendo,  nel corso degli anni ’30, i nomi di numerosi scrittori russi dell’emigrazione parigina. Innanzitutto Ivan Bunin, premio Nobel, che è il primo scrittore russo dell’emigrazione presente nel catalogo Mondadori con il volume L’amore di Mitia ed altre prose (1934) nella collana Medusa.

Un’altra proposta di pubblicazione di Küfferle alla Mondadori – nell’aprile del 1935 –  riguarda la traduzione dell’opera di Mark Aldanov, La decima sinfonia. Il parere dell’editore è positivo, ma a causa dei numerosi impegni già presi per la collana “Medusa”, non c’è spazio per la pubblicazione di quest’opera. Il volume tradotto da Küfferle fu pubblicato presso la Casa Editrice Minerva di Milano nel 1935, con il titolo L’ultima sinfonia.

Nella corrispondenza tra Rinaldo Küfferle e la casa editrice Mondadori si incontrano altri nomi di scrittori russi dell’emigrazione, testimonianza della ricchezza dei rapporti del mediatore di cultura: Teffi, per la proposta di un volume di racconti umoristici e non; A. Amfiteatrov, per la presentazione di una raccolta di Scrittori Russi in Esilio, che  comprende pagine di Bunin, Aldanov, Kuprin, Šmelev, Nabokov;  Zajcev e Dmitrij Merežkovskij, i cui romanzi storico-biografici godevano di notevole interesse da parte delle autorità italiane e anche da parte del pubblico.

Copertina del volume Tre santi: San Paolo, Sant'Agostino, San Francesco d'Assisi di Dmitrij Merežkovskij,  pubblicato a Milano da Mondadori nel 1936 per la collezione “I quaderni della Medusa” n. 7

Copertina del volume Tre santi: San Paolo, Sant'Agostino, San Francesco d'Assisi di Dmitrij Merežkovskij, pubblicato a Milano da Mondadori nel 1936 per la collezione “I quaderni della Medusa” n. 7

Tatiana L’vovna Suchotina Tolstaja, figlia maggiore di Lev N. Tolstoj, autrice di testi memorialistici e curatrice delle traduzioni delle opere paterne, collabora con la casa editrice Mondadori a partire dal 1935. I frutti di questa lunga e cordiale collaborazione sono un’antologia tolstojana, dove la scelta dei brani, le parti introduttive e le illustrazioni sono curate dalla figlia dello scrittore. Il volume viene pubblicato ne “I quaderni della Medusa” nel 1942, con il titolo Racconti e ricordi di Leone Tolstoj, raccolti e illustrati dalla figlia Tatiana. In seguito usciranno anche il volume Leone Tolstoj: dall’infanzia al matrimonio (1948) e un’autobiografia di Tolstoj attraverso le lettere, dal titolo Autobiografia dalle lettere. Scelte da Tat’jana L’vòvna e annotate da Ettore Lo Gatto (1954).

Oltre alla proposta di nuove opere da pubblicare, gli intellettuali che collaboravano con la casa editrice erano chiamati a stilare dei  “Pareri di lettura”, riassunti e commenti riguardanti opere in lingua originale, che tenessero conto del valore dell’opera, ma anche del progetto editoriale, delle collane della casa editrice e delle potenzialità commerciali del libro. Tra i nomi dei “Lettori” di opere russe Corrado Alvaro, Erme Cadei, Rinaldo Küfferle. Non sempre le segnalazioni dei traduttori ricevono dai lettori un parere positivo, né tutte le opere giudicate buone vengono poi pubblicate, non tutti i libri che hanno avuto parere positivo, infatti, trovano poi posto nel catalogo di un editore. Spesso sui “Pareri” si legge, in matita blu, il decisivo commento finale di Arnoldo Mondadori.

 

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