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Artisti

Dalla prima metà del Novecento sono numerosi gli artisti russi: cantanti, ballerini, coreografi, musicisti, direttori d’orchestra, registi e scenografi impegnati nei teatri milanesi e in particolare al Teatro alla Scala.

La loro collaborazione favorisce nell’ambito coreutico lo svecchiamento di modelli culturali ormai superati, basti pensare alle innovazioni coreografiche di Massine, Lifar, Balanchine, Tatiana Gsovski o alle esibizioni di Rudolf Nureyev o di Ol’ga Preobraženskaja, alla quale Toscanini ha affidato la scuola di ballo della Scala nella stagione 1922-23. Anche nel campo della scenografia vengono adottati criteri nuovi: i Benois valorizzano il concetto di unità stilistica del quadro scenico e gli illustratori come Nikulin o i pittori come Šiltian utilizzano stilemi propri alla loro tecnica pittorica per creare scene e costumi originali.

Dai primi anni Venti le parti di basso e di tenore sono spesso affidate a cantanti russi di grande esperienza e ottimo livello, come Aleksandr Veselovskij e Evgenij Ždanovskij. Alla Scala è legata anche la lunga e brillante carriera del mezzosoprano Angelica Cravčenko. Sempre in ambito musicale si sono distinti Maksim Amfiteatrov, nominato nel 1924 primo violoncello solista alla Scala, e il compositore e direttore d’orchestra Daniil Amfiteatrov. Autorevoli presenze si avvicendano sul podio scaligero: negli anni Trenta viene invitato il Maestro Emil’ Kuper e a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta va in scena uno dei massimi esecutori del tempo, il Maestro Isaj Dobrovejn, che di alcune opere cura anche la regia. Infine va ricordato che in quegli anni non è raro assistere, non solo sulla scena scaligera, ma anche nei teatri di prosa milanesi, a spettacoli firmati da registi russi come Aleksandr Sanin, Tatiana Pavlova e Pietro Sharoff, che propongono con successo allestimenti inediti di testi teatrali fondamentali per la cultura russa ed europea.

 

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