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Carnaval

A differenza degli altri nove balletti che debuttarono nel 1920 al Teatro Lirico di Milano con la compagnia di Sergej Djagilev, Le Carneval di Michail Fokin vantava già, oltre al debutto a Pietroburgo nel 1910, una prima recita tedesca al Theater des Westens, e uan francese, all’Opéra di Parigi, il 4 giugno 1910.
Il tema spensierato di questo balletto-pantomima, dall’esplicito sottotitolo “maschere che passano, piccoli amori a fior di pelle”, fu concepito dal coreografo stesso su musica di Robert Schumann, orchestrata da Nicolaj Rimskij-Korsakov, Anatolij Ljadov, Aleksandr Tcherepnin e Aleksandr Glazounov.

Le scene e i costumi di Léon Bakst erano gli stessi che sarebbero poi giunti a Milano; non così per il balletto, i cui interpreti principali furono quelli della ripresa del 1918 al Coliseum Theatre di Londra, con la Sokolova nel ruolo di Colombina e Idzikovskij in quello di Arlecchino.

Sulla scena prendeva vita un Carnevale italiano, con i tipici personaggi della Commedia dell’Arte. La tenera Chiarina, il rude e intrepido Florestano, la birichina Estrella sfilavano  in continui girotondi attorno alla coppia Colombina-Arlecchino, sul filo di una trama leggera, intessuta di episodi galanti.

Successo superbo – scriveva all’indomani a.f. sul Corriere della Sera – : e teatro mezzo vuoto. Diffidenza? Prezzi altissimi? (un palco, cinquecento lire: una poltrona, cento). Timore di farsi notare come scialacquatori? Di troppo gettare a piene mani? Iersera han gettato bellezza a piene mani gli esecutori dei balli: milionari d’arte. S’è cominciato con Carnaval, poemetto di eleganza, vecchia storia d’amori tra maschere e donnine: storia nuovissima di quadri composti e dissolti con prodigioso senso di colore, di atteggiamenti, di figure, di danze. Scene e costumi di quel Léon Bakst frenetico di mirabili sensazioni coloristiche (…), musica di Schumann. Esecutori degni della musica e della delicata ideazione”. E, più oltre, “Tutti i ballerini apparvero eccezionali. Un Arlecchino di Carnaval è come un pupo elastico: Idzikovskij. Ballerine di una finezza deliziosa: la Cernicheva , la Sokolova, la Bewicke e Massine, mimo e ballerino di risorse infinite, e Zveren il Moro”.

 

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