Il Convegno e Il convegno editoriale
Nel febbraio 1920 Enzo Ferrieri, intellettuale di spicco nella Milano del primo dopoguerra, fonda con un gruppo di amici e collaboratori una nuova rivista di cultura, “Il Convegno. Rivista di Letteratura e di tutte le arti”. La pubblicazione, che uscirà tutti i mesi per i successivi vent’anni, presta notevole attenzione ad autori e argomenti italiani e stranieri, dedicando articoli alla cultura e letteratura russa, oltre che al teatro e al balletto. Accanto all’esperienza della rivista nasce una piccola casa editrice, “Il Convegno editoriale”, e numerose iniziative culturali promosse dal Circolo del Convegno.
La casa editrice sorta parallelamente alla rivista omonima pubblica un ristretto numero di autori italiani e stranieri, tra i quali il russo Nikolaj Gogol’, con l’opera Il cappotto, nella traduzione di Clemente Rebora (Milano, Il convegno editoriale, 1922).
Nel 1922 nasce quindi il Circolo del Convegno, che ha sede a Milano nel Palazzo Gallarati Scotti. Le numerose e interessanti iniziative organizzate nel capoluogo lombardo, quali concerti, cicli di lezioni e conferenze, sono testimoniate tra le pagine della rivista. I relatori invitati sono grandi nomi della letteratura, del teatro, della musica, in un’ottica per niente provinciale.
Ferrieri mantiene rapporti epistolari con gli ospiti, di cui vi è testimonianza nell’archivio conservato presso la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori Milano ed è autore di un approfondimento sul teatro russo pubblicato nel 1927 dal titolo La compagnia del teatro d’arte di Mosca (“Il Convegno”, n. 11-12, a. 1927, pag. 700-704), ulteriore dimostrazione del grande interesse di Ferrieri per il teatro (link alla sezione Spettacolo – Prosa.
La letteratura e la cultura russa sono ben rappresentate tra le pagine della rivista “Il Convegno” grazie a traduzioni, articoli e saggi di notevole interesse.
L’intero fascicolo 3 del 1928 è dedicato alla letteratura russa contemporanea. Il numero monografico, a cura di Mark Slonim e Giovanni Comisso, presenta racconti o brani tratti da romanzi di Isaak Babel’, Leonid Leonov, Vladimir Lidin, Lidija Sejfullina, Evgenij Zamjatin. Il n.9-10 dello stesso anno presenta un brano di Il’ja Erenburg tratto da Tredici pipe, a cura di Nico Orengo e Giacomo Debenedetti.
Renato Poggioli presenta al pubblico della rivista la poesia russa: nel fascicolo 3-4 del 1930 introduce i giovani poeti Aleksandr Blok, Nikolaj Gumilëv e Sergej Esenin, e nel numero 12 dell’anno successivo la poetessa Anna Achmatova.
Nel 1930 lo scrittore Aleksandr Amfiteatrov tiene una conferenza al Circolo del Convegno dal titolo Le vie e le sorti dell’umorismo russo, poi pubblicata su “Il Convegno” (fascicolo 11, 1930, pag. 445-454). Lo scrittore descrive la letteratura russa umoristica, soffermandosi sui suoi maggiori esponenti, quali Nikolaj Gogol’, Teffi (pseudonimo di Nadežda Lochvickaja), Anton Čechov e Michail Zoščenko.
Non mancano gli scrittori classici: Lev Tolstoj, con il racconto Chadži-Murat tradotto da Olga Signorelli (n. 9-10, anno 1930), Fëdor Dostoevskij oggeto di un saggio di Mario Robertazzi (n. 9-10 del 1931) e la traduzione in versi de Il festino durante la peste di Aleksandr Puškin, eseguita da Rinaldo Küfferle (n. 4-6, anno 1935).
Nel 1933 Il Convegno dedica un intero numero monografico, il n. 8-12, a Vjačeslav Ivanov: oltre all’autore stesso, vi collaborano autori quali Faddej Zelinskij, Fedor Stepun, Ernst Curtius, Leonid Gančikov, Herbert Steiner, Gabriel Marcel, O. Deschartes (pseudonimo di Ol’ga Šor). Le opere sono scelte da Ivanov stesso, che provvede anche ad adattarle per la pubblicazione in lingua italiana; si tratta di saggi, poesie, lettere e della relazione tenuta in occasione dei Lunedì letterari di Sanremo, dal titolo Discorso sugli orientamenti dello spirito moderno (10 aprile 1933).