Teatro dei Filodrammatici
Al teatro milanese fondato nel 1796, con sede in piazza Paolo Ferrari, è legato il nome di Tatiana Pavlova, che qui va in scena il 16 novembre 1923 con Sogno d’amore di A. I. Kosorotov, presentato per la prima volta in Italia qualche giorno prima al Teatro Valle di Roma. È il primo incontro della Pavlova con il pubblico milanese, che negli anni verrà conquistato da questa affascinante artista, russa di origine ma italiana di adozione. Il 1929 è un anno particolarmente fortunato per la Pavlova e in generale per il teatro russo in Italia. A febbraio sul palco del Filodrammatici la Compagnia di Tatiana Pavlova porta in scena Resurrezione di L. N. Tolstoj (regia di Sergej Strenkovskij), e Mirra Efros di Jakov Gordin, nella riduzione scenica di Jakov L’vov e con le scene di Leonid Brailovskij:
“Abbiamo già accennato alla prima rappresentazione di questo dramma e al suo lietissimo esito a Roma. Ma il successo milanese fu veramente trionfale, e merita un rilievo a parte. […] Mirra Efros, la protagonista, ha una maestà casalinga che è insieme commovente e grandiosa. […] L’interpretazione di Tatiana Pavlova mise in luce questa figura romantica con una così grande potenza drammatica, con tanta profondità di intuito e di rilievo, che il trionfo del dramma fu suo”. (C. Salvini, Diciotto commedie, in Comoedia, a. XI, n. 5, 1929, p. 25)
Nel marzo del 1929 sul palcoscenico del Filodrammatici va in scena l’opera che consacra il nome della Pavlova e le ottiene il plauso della critica teatrale milanese: l’Uragano di A. N. Ostrovskij, con la regia di Petr Šarov e le scene e i costumi di Leonid Brailovskij:
Messo in scena e recitato con la cura alla quale la compagnia ci ha ormai abituati, e che è una delle consolazioni di questa nostra magra stagione teatrale, il dramma ci apparve, nei suoi diversi e contrastanti elementi, in un quadro perfetto di realizzazione scenica. […] Interprete magnifica […], la signora Pavlova fu mirabile nel rendere i trasporti lirici e la cupa disperazione di un’anima innamorata e contrita. (A. F. “L’uragano” di A. Ostrovsky al Filodrammatici, “L’Ambrosiano”, 29 marzo 1929).
Dopo diverse messinscena di successo, il 2 gennaio 1931 la Pavlova torna al Filodrammatici, diretta da Petr Šarov, con La Signora X di A. Bisson, che ne sancisce la piena maturazione artistica:
“Ormai tutti sanno in Italia quanta strada abbia fatto questa singolare artista vincendo ostacoli di ogni genere, e pure ogni volta è un’affermazione, una rivelazione nuova. Perché c’è, in lei, oltre al talento e alla forza di volontà, un ardore inestinguibile, appassionato, per la sua arte, alla quale si dedica con un rispetto una devozione un’assiduità di ricerca ammirabili” (“L’Ambrosiano”, 3 gennaio 1931)