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Ol’ga Preobraženskaja

Ritratto della Ballerina Ol'ga Iossifovna Preobrazenskaja 1904. Archivio Ricordi, Milano

Stupisce rintracciare già nel 1904 Ol’ga Josifovna Preobraženskaja, una talentuosa ballerina russa considerata, assieme a Matil’da Kšesinskaja, la maggiore étoile russa del suo tempo, sul palcoscenico della Scala. E per di più impegnata a restituire, assieme a due scaligere come Emma Bessone e Cecilia Cerri, Bacco e Gambrinus di Giovani Pratesi, uno di quei grandi balletti nello stile di Luigi Manzotti (l’autore di Excelsior, 1881), di cui vantava, in comune, il compositore: Romualdo Marenco. Ma Ol’ga – nata a Pietroburgo il 2 febbraio 1871 e scomparsa a Parigi, il 27 dicembre 1962 – ebbe negli anni del suo splendore uno speciale rapporto con l’Italia.

Terminati gli studi all’Istituto coreografico di Pietroburgo ed entrata, nel 1889, a far parte della Corpo di Ballo del Teatro Mariinskij, la ballerina  divenne solista nel 1896 e prima ballerina nel 1900. Tuttavia, conscia di non avere un fisico naturalmente dotato per il balletto – il che spiega le tappe lunghe della sua salita all’Olimpo del Teatro – volle continuare a studiare e a perfezionarsi, scegliendo allo scopo due grandi italiani: l’illustre maestro Enrico Cecchetti e Caterina Beretta, che ,dalla Scala dove si era formata, era partita per Parigi e per la Russia e qui era stata lungamente apprezzata per la sua formidabile tecnica, dapprima come ballerina e poi come didatta. La Preobraženskaja seguì le orme della Beretta, ma percorrendone l’itinerario a ritroso.

Artista dalla tecnica scintillante, famosa nei ruoli protagonisti in Coppélia, Raymonda, Le stagioni, Le Corsaire, La bella addormentata, Paquita, Lo schiaccianoci, Il talismano, Sylvia e Don Chisciotte, tutti balletti più volte ripetuti al Mariinskij (teatro al quale donò ben 700 repliche), ebbe le prime esperienze all’estero nel 1895, ancor prima di essere diventata prima ballerina. Prese parte, ad esempio, a una tournée con la Kšesinskaja, e il fratello Josif Kšesinskij; danzò a Monte Carlo e in Italia, dove la sua fama rivaleggiò con quella di Virginia Zucchi, e Toscanini la volle nella tournée in Sud America con il Teatro alla Scala: danzò persino a Buenos Aires, molto prima di Anna Pavlova.
Per questo l’apparizione scaligera del 1904 non fu sporadica: eccola ancora nel 1910 in una ripresa di Pietro Micca di Luigi Manzotti e nel 1912 nelle repliche di Bacco e Gambrinus. Ma Ol’ga non fu solo rapita dal fascino dei grandi balli milanesi. Nel 1911 interpretò con grazia squisita e spontaneità il ruolo della sacerdotessa Ta-hor in Cleopatra di Michail Fokin: si era unita alla compagnia di Ida Rubinstein, dopo aver danzato a Parigi, con i Ballets Russes di Sergej Djagilev, nelle Silfidi e in Pavillon d’Armide sempre di Fokin, durante la prima stagione parigina (1909) della compagnia russa al Théâtre du Châtelet.
Grande tradizionalista, e forse lontana dalla sensibilità e dalle innovazioni proposte da Fokin e dai Ballets Russes, la ballerina iniziò nel 1918 la sua terza decade al Mariinskij, danzando, e soprattutto cominciando a insegnare alla Scuola coreografica di Pietrogrado e alla Scuola di Balletto Russo di Volynskij.
Nel 1921, durante una tournée in Finlandia, decise di non tornare più in Russia per seguire il pianista Aleksandr Labinskij di cui si era innamorata. Per questo nello stesso anno accettò di buon grado l’offerta di Arturo Toscanini, artista che conosceva bene, mentre lui ben sapeva del suo talento: dirigere la Scuola di Ballo della Scala, appena costituita Ente Autonomo. Per Toscanini il prestigioso nome della celebre danzatrice russa era una garanzia per rilanciare il Teatro e per riaprire la sua scuola tersicorea, dopo gli anni bui della Prima guerra mondiale.

Per quanto breve (durò sino al 1923), l’esperienza scaligera della Preobraženskaja non fu priva di importanza per l’impronta didattica che vi lasciò e la cura degli allievi.
Tuttavia, nel 1923, la stella russa sentì il richiamo di Parigi ed in particolare dello Studio Wacker, dove aveva già insegnato, e decise di stabilirsi nella capitale francese. Qui ebbe tra i suoi allievi più famosi: Tamara Toumanova, Igor Youskevitch, George Skibine, Serge Golovine e Milorad Miskovič. Ma alle classi ormai celebri di “madame Préo” andavano anche Margot Fonteyn, Rosella Highthower, Marjorie Tallchief e Mia Slavienska. Ovvero il bel mondo del balletto anni Quaranta e Cinquanta.
Così, la grande étoile che nel 1900 aveva dichiarato alla “Gazzetta di Pietroburgo”: “Vorrei vedere un’altra ballerina in grado di rivaleggiare con me in termini di perseveranza. Posso dire con orgoglio che ogni risultato che ho ottenuto è frutto della mia volontà”, seppe trasmettere a tante altre stelle quel fuoco passionale per il balletto che l’aveva sempre ispirata.