Emil’Al’bertovič Kuper
(Emil, Emilio Cooper)
L’arrivo alla Scala nel 1933 di Emil’ Kuper, invitato a dirigere La leggenda dell’invisibile città di Kitešč, è vissuto come un evento importante nell’ambiente musicale milanese. ”L’Ambrosiano” (29.12.1933) pubblica una lunga intervista di Mary Tibaldi Chiesa, autrice di diverse biografie di musicisti, all’eccellente interprete delle opere di Rimskij Korsakov. Kuper si dichiara felice di presentare questo capolavoro al pubblico italiano; sottolinea l’impegno di tutti gli artisti nel rendere al meglio l’atmosfera tipicamente russa dell’opera e l’arduo e lungo lavoro intrapreso dai cantanti, tutti russi, per modulare la versione italiana del libretto. Uno sforzo premiato dall’accoglienza riservata all’esecuzione che Kuper, direttore e concertatore dinamico e preciso, ha condotto con energia, “colorando con buon gusto la mirabile partitura” (”L’Ambrosiano” 1.1.1934) e facendo emergere con “fervore artistico le più sottili virtù espressive dell’orchestra e dei cori” tanto che talvolta, commenta il critico Alceo Toni, “questa Leggenda è apparsa, per l’affiatamento e il bel rilievo plastico, come certe fusioni bronzee perfette” (“Il popolo d’Italia” 31.12.1933-Anno XII). L’ultimo atto della Leggenda si è concluso con una ventina di chiamate al proscenio per gli interpreti e i maestri Kuper e Veneziani.
Scheda biografica
Emil’ Kuper (il suo vero cognome è Kuperštok) nasce a Cherson nel 1877, studia violino a Odessa, perfezionandosi al conservatorio di Vienna dal 1891 al 1893, mentre affronta gli studi per direttore d’orchestra da autodidatta. Nel 1897 è violinista e maestro concertatore all’opera di Kiev, dove dal 1900 inizia la carriera di direttore musicale. Nel 1909 dirige a Mosca la prima assoluta del Galletto d’oro di Rimskij Korsakov al Teatro dell’Opera di Zimin. Dal 1909 al 1914 partecipa come direttore d’orchestra alle tournées dei Ballets russes di Djagilev. Dal 1910 al 1919 è direttore d’orchestra al Teatro Bol’soj e dal 1919 ottiene una serie di incarichi prestigiosi al Conservatorio e al Teatro dell’opera e del balletto (ex Marinskij) di Pietrogrado.
Dal 1924 emigra a Parigi e inizia una brillante carriera in Europa e in America. Viene spesso invitato ad esibirsi nei teatri italiani: al Teatro Argentina di Roma, al Teatro alla Scala di Milano, al Teatro Regio di Parma e al Teatro Comunale G. Verdi di Trieste, dove nel 1935 esegue la Nona sinfonia di Beethoven con il Coro del Teatro dell’Acegas. Poco prima dell’occupazione nazista lascia Parigi per gli Stati Uniti. Dal 1944 al 1950 dirige numerose opere al Metropolitan Opera di New York e dal 1950 è il direttore d’orchestra del Montreal Opera Guild. Muore a New York nel 1960.