Bompiani
Nei suoi primi anni di attività, la casa editrice fondata a Milano da Valentino Bompiani nel 1929 pubblica un numero limitato di opere russe, fra le quali ci sono tuttavia titoli da ricordare.
La prima pubblicazione, del 1931, è la raccolta di racconti Intorno al Samovar. Umoristi russi moderni scelti da Aleksandr Amfiteatrov e tradotti da Rinaldo Küfferle (Milano, 1931), volume IV della serie “Umorismo”. L’opera è corredata da un’ampia introduzione di Amfiteatrov, che presenta gli autori pubblicati, tra i quali la Teffi (pseudonimo di Nadežda Lochvickaja), autrice:
“… di un ingegno pienamente definito splende, parallela ad Averčenko, per il tempo e le vie dell’attività, ma a lui diametralmente opposta per il tipo delle doti, la più elegante perla dell’umorismo culturale russo…” (dall’introduzione di A. Amfiteatrov, Intorno al Samovar. Umoristi russi moderni, Milano, 1931)
Alcuni anni dopo, nel 1937, su proposta di Rinaldo Küfferle viene pubblicato L’altro amore, di Vasilij Janovskij. Il volume, con il titolo provvisorio di Prodigio su Notre Dame era stato presentato l’anno precedente dallo stesso Küfferle alla Mondadori con un giudizio estremamente positivo che tuttavia non aveva ottenuto l’assenso alla pubblicazione:
“Poche volte mi è accaduto di leggere un libro di così alta e virile commozione, di così ferma e persuasiva speranza”. (Lettera di Rinaldo Küfferle, 19 marzo 1936, Archivio Fondazione Mondadori, Milano)
Lo stesso anno, anniversario della morte di Puškin, vede la pubblicazione della traduzione in versi dell’Eugenio Onegin eseguita da Ettore Lo Gatto, con l’introduzione di Vjačeslav Ivanov.
Anche nel periodo seguente si alternano, senza un piano editoriale ben definito, traduzione di autori classici e contemporanei. Nel 1939 viene pubblicato un volume di memorie della moglie di Fëdor Dostoevskij, Anna Grigor’evna, dal titolo Dostoevskij marito nella collana “Grandi ritorni. Romanzi, autobiografie, memorie, memoriali e documenti”. Due anni dopo, nel 1941, esce la prima parte de Il placido Don, di Michail Šolochov, nella traduzione di Maria Rakowska e Ettore Fabietti.