Il Vittoriale
I molteplici contatti di Gabriele d’Annunzio con la cultura russa sono documentati da biglietti da visita, lettere, foto e telegrammi conservati negli Archivi del Vittoriale.
Tra le firme e le dediche spiccano quelle degli scrittori Valerij Brjusov e Dmitrij Merežkovskij, del cantante Fëdor Šaljapin, del giornalista Aleksandr Amfiteatrov, del figlio Daniele, compositore, del traduttore Rinaldo Küfferle, della scrittrice e traduttrice Eva Kuhn, moglie del politico Giovanni Amendola.
Alcuni degli intellettuali russi di cui si trova traccia negli Archivi furono anche ospiti a Gardone: lo scultore Pavel Trubeckoj, la celebre danzatrice Ida Rubinštejn e Tatiana Pavlova, attrice e regista. Sono inoltre conservate alcune testimonianze fotografiche della visita al Vittoriale del ministro Georgij Čičerin, nel maggio 1922.
Figura di particolare rilievo è quella di Natal’ja Kross Golubeva, che tradusse dal russo in francese Forse che sì forse che no.
Gli scaffali della Biblioteca Dannunziana custodiscono le traduzioni in russo di alcune sue note tragedie (La Città Morta, Francesca da Rimini, La Figlia di Iorio, La Nave), accanto a libri di autori russi editi in Francia e in Italia ricevuti in dono.
L’interesse di D’Annunzio per la musica russa si riflette nei numerosi dischi e spartiti conservati nella suggestiva Stanza della Musica, dove risuonarono la voce di Fedor Šaljapin e le note di Borodin, Glazunov, Mussorgskij, Prokof’ev, Rimskij-Korsakov, Stravinskij.