Home » Arti figurative » Artisti » Issupoff, Alessio

Alessio Issupoff

(Aleksej Vladimirovič Isupov)

Alessio Issupoff nel 1926

Originario di Vjatka, nella Russia settentrionale, ma formatosi alla Scuola di Pittura, Scultura e Architettura di Mosca sotto la guida dei padri della pittura nazionale russa Valentin Serov e Konstantin Korovin, Alessio Issupoff (1889-1957) predilige una pittura paesaggistica, che solo negli anni della maturità si aprirà anche ai ritratti. Giunto in Italia nel 1926 per motivi di salute, si stabilisce a Roma, dove ha modo di affermarsi grazie ad una mostra di quadri presso la Galleria Fiamma di Guido Guida. Gli accesi cromatismi e le evanescenze di luce, cui l’arte di Issupoff soggiace, ne suggeriscono la vicinanza a quel naturalismo-impressionismo russo di derivazione francese cui facevano capo nomi come Isaak Levitan, Valentin Serov e Filipp Maliavine (link alla scheda di Filipp Maliavine). A questi stessi nomi rimanda anche il sapore etnico dell’arte di Issupoff, che predilige due tipologie di motivi: da una parte, figure, luoghi e costumi dal sapore esotico, come tappeti, ornamenti, moschee, cupole, minareti, frutto del lungo periodo vissuto in Turkestan, tra il 1914 e il 1921; dall’altra, motivi legati alla semplice vita della campagna russa, come contadini al lavoro nei campi, feste campestri, paesaggi, cavalli in corsa o al pascolo.

Quando nel gennaio del 1929 la galleria Scopinich di via S. Andrea 8 ordina una personale di Issupoff, con ottantun quadri ispirati a tre luoghi cari all’artista – la Russia, il Turkestan e Capri, le lodi si levano unanimi: Raul Viviani lo definisce

un pittore molto bravo […] che sa disegnare con molta intelligenza e colorire con assai simpatica valentia (r. v., Mostre milanesi, “Il Giornale dell’Arte”, 13 gennaio 1929)

mentre Giovanni Orsini rende a Issupoff il merito di aver riconciliato i milanesi con le mostre solitamente mediocri degli stranieri (Giovanni Orsini, Issupoff – Fini – Nathan – Sbisà, “Il secolo La sera”, 9 gennaio 1929). Alla chiusura della mostra, Issupoff dona il quadro Nel nuovo Sarafan alla Galleria d’Arte Moderna di Milano. È l’inizio di un successo che verrà consolidato dalle successive mostre personali alla Scopinich (nel febbraio 1930, aprile 1931, luglio 1931, gennaio 1934) e che spalancherà a Issupoff le porte del collezionismo milanese e italiano.

Invito alla mostra di Alessio Issupoff presso la Galleria Scopinich, 1930

 

Scheda biografica

Nasce a Vjatka (l’attuale Kirov) il 10 marzo del 1889. Figlio di un intagliatore e doratore di icone, impara a dipingere dagli artigiani pittori che lavoravano col padre. Lascia prestoVjatka per Mosca, dove frequenta la Scuola di Pittura, Scultura e Architettura ed ha come maestri Apollinarij Michajlovic Vasnetsov (fratello di Viktor), Valentin Serov e Konstantin Korovin, che lo educano alla pittura di genere, a quella paesaggistica e alla ritrattistica. Ottenuto il diploma nel 1912, viaggia prima nella regione degli Urali e poi per il Turkestan, il cui ambiente variopinto e “magico” segnerà fortemente la sua pittura. Stabilitosi a Samarcanda con la moglie Tamara Nikolaevna, vi ricopre l’incarico di direttore del locale Comitato di Restauro e Conservazione delle opere d’arte e dei monumenti cittadini.

Rientra a Mosca nel 1921, dove attraversa un periodo di difficoltà materiali e morali, adattandosi al ruolo di artista “di regime”: in questo periodo produce soprattutto ritratti di alti dirigenti sovietici e scene ispirate alla Rivoluzione Russa e alle imprese dell’Armata Rossa.
Afflitto da problemi di salute, nel 1925 si reca in Italia per curarsi, e qui avrà una vera rinascita, personale e artistica, tanto da decidere di prendervi stabilmente dimora. Nel 1926 viene allestita la sua prima personale a Roma, alla quale seguiranno numerose altre mostre nelle più importanti città della Penisola, fino alla consacrazione alla XVII Biennale di Venezia.

In età avanzata soffrirà di depressione: negli ultimi anni, racconta la moglie Tamara, dipinge pochissimo e è mai presente all’inaugurazione delle mostre a lui dedicate. Muore a Roma il 17 luglio 1957 e viene sepolto al cimitero del Testaccio. Nove anni dopo, Tamara tornerà in Russia portando con sé i dipinti ereditati dal marito, molti dei quali saranno donati al Museo d’arte di Vjatka, la città natale di Issupoff.

Opere di Issupov sono conservate, oltre che alla Galleria Nazionale di Vjatka, anche presso la Galleria d’Arte Nuova Bianchi d’Espinosa di Napoli (Campagna russa) e presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano.

http://www.russinitalia.it/dettaglio.php?id=131

 

Raccolte

Alessio Issupoff