Ballo dei cadetti
Dopo essere stato, apprezzato interprete del ruolo di Salomone in Belkis, regina di Saba di Léonide Massine nel 1932, il danzatore russo David Lichine (o David Al’sanskij, Rostov sul Don, 1910 – Los Angels, 1972) fece ritorno al Teatro alla Scala nel 1962 in veste di coreografo con la sua creazione più fortunata, il Ballo dei cadetti, su musica di Richard Strauss coordinata e strumentata da Antal Dorati. Il balletto in un atto, di cui Lichine aveva steso anche il libretto, aveva debuttato nel 1940, al Royal Theatre di Sidney con la compagnia Ballets Russes del Colonnello de Basil, interpreti principali lo stesso Lichine e Tatjana Rjabučinskaja.
Alla Scala, Lichine sostituì le scene e i costumi originali di Aleksandr Benois con quelli del figlio Nicola, ma non variò né la musica, diretta da Umberto Cattini, né l’esile soggetto, concentrato su di una serata di gala offerta da un collegio femminile ai cadetti di una scuola militare nella vecchia Vienna. Il tutto si risolve in una suite di danze, di giochi, di divertissement e di flirt: al centro l’episodio divertente di un vecchio generale che corteggia la direttrice del collegio. Una competizione di giri fouettés, un divertissement scozzese e la variazione di un tamburino: questi sono i passaggi di maggior successo di questo balletto facile e piacevole, che all’epoca entrò nel repertorio di molte compagnie di danza accademica. Alla Scala fu interpretato, tra gli altri, da Aida Accolla e Vera Colombo oltre che dalle giovanissime Luciana Savignano e Liliana Cosi, e da Roberto Fascilla, Mario Pistoni, Amedeo Amodio e Aldo Santambrogio.
Intriso di nostalgia dei tempi andati col loro corredo di valzer, polke, mazurke, galop, il Ballo dei cadetti fu accolto da un buon successo e replicato nel luglio del 1962 al Teatro Sociale di Como. Fu ripreso nel settembre 1968, con nuovi interpreti come Fiorella Cova e Angelo Moretto e, ancora, al Castello Sforzesco di Milano per due repliche nel luglio 1973 (con Barbara Geroldi, Vittoria Minucci e Oriella Dorella e con Mara Cavagnini, Anna Maria Razzi e Bruno Vescovo).