Dafni e Cloe
C’è l’immagine di una Grecia arcaica al centro dell’allestimento di Nicola Benois per la prima rappresentazione in Italia di Daphnis et Chloé, che andò in scena al Teatro alla Scala il 12 marzo 1948.
Sinfonia coreografica in tre scene, con libretto di Michail Fokin e su musica di Maurice Ravel, Daphnis et Chloé aveva debuttato al Théâtre du Châtelet di Parigi l’8 giugno 1912. Fokin aveva destinato la sua coreografia alla compagnia dei Ballets Russes di Sergej Djagilev e i ruoli principali a quelli che allora ne erano i più acclamati interpreti: Tamara Karsavina (Chloé) , Vaslav Nijinskij (Daphnis) e Adolf Bolm (Dorkon). Influenzato da Isadora Duncan, la pioniera della danza libera, il coreografo aveva richiesto a Léon Bakst, scenografo e costumista, una maggiore libertà inventiva rispetto ai canoni accademici. Niente scarpette da punta, dunque, per le ninfe che animavano il balletto ma sandali, tuniche e una costante adesione al classico mondo ellenico.
Per l’edizione scaligera del 1948, che prevedeva scene e costumi di Nicola Benois, la coreografia di Fokin fu allestita da Nicholas Zverev e Serge Lifar. Lifar, ancora in splendida forma, danzò nel ruolo di Daphnis accanto a Luciana Novaro, mentre nell’ottobre dello stesso anno il ruolo passò a Ugo Dell’Ara, che lo interpretò anche nel giugno 1949 e nell’agosto del 1951.
Nel 1952 e nel 1953 Fokin tornò alla Scala per riallestire il balletto, mentre nel 1962 la sua ripresa venne di nuovo affidata a Zverev e Lifar, che curarono anche il Passo a due finale estrapolato nel maggio 1963.