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Isaj Aleksandrovič Dobrovejn

(Issay Dobrowen)

Isaj Dobrovejn. Fotografia dal volume Cronache del teatro di S. Carlo: 1948-1968 Milano 1969

Nel 1949, per la nuova edizione della Chovanščina la direzione della Scala si assicura la presenza del maestro Isaj Dobrovejn, profondo conoscitore e realizzatore del repertorio operistico russo. L’esecuzione del maestro riscuote l’elogio unanime della critica, che rileva la visione unitaria e musicalmente armonica con cui Dobrovejn ha saputo rendere “il vero senso della partitura musorgskiana… attuando un effettivo piano d’intesa tra orchestra e palcoscenico”(Avanti! 10.2.1949) e offrendo un’interpretazione piena di colore, precisa e accurata (L’Unità 10.2.1949). Il 28 dicembre dello stesso anno eccolo di nuovo alla Scala per dirigere un suo cavallo di battaglia, il Boris Godunov, che ottiene gran consenso di critica e un successo caloroso presso il pubblico. Anche questa volta entusiasma l’abilità del maestro nell’affrontare le difficoltà della partitura in “una visione spettacolare completa, organica, unitaria, così che l’interpretazione strettamente musicale proceda in armonia assoluta con i movimenti di scena, con gli atteggiamenti dei personaggi e la distribuzione delle luci” (Corriere della Sera 28.12.1949).  La regia dell’opera, affidata allo stesso Dobrovejn, è molto apprezzata dal critico dell’Europeo per la semplicità dei movimenti delle persone e delle masse (L’Europeo 8.1.1950), unica voce fuori dal coro quella di Rubens Tedeschi che sull’”Unità” (28.12.1949) esprime qualche riserva. Il 31 dicembre 1949 Dobrovejn dirige la parte musicale dei tre balletti: Il lago dei cigni, L’amore stregone e L’uccello di fuoco, ricevendo lodi sperticate dal critico musicale Franco Abbiati: “ha sbalzato lucenti e vigorose le immagini musicali, scandendone netti i ritmi, amalgamandone caldi e vivaci i colori, delineandone fascinose e rilevate le linee melodiche” (Corriere della sera 1.1.1950).
Nel gennaio del 1950 Isaj Dobrovejn si fa promotore presso la Sovrintendenza della Scala dell’opera Raskolnikov di Sutermeister, che aveva presentato in prima assoluta  a Stoccolma.
Nel 1951 ritorna a Milano per dirigere il 18 marzo La leggenda della città invisibile di Kitešč e il 28 aprile Il principe Igor, e  curarne anche la regia Il successo è strepitoso per entrambe le opere:  cantanti e  maestro sono chiamati ripetutamente al proscenio e applauditi calorosamente.

Scheda biografica

Isaj Dobrowejn (il suo vero nome è Icchok Zorachovič Barabejčik), pianista, compositore e direttore d’orchestra, nasce a Nižnij Novgorod nel 1891, studia pianoforte e composizione al conservatorio di Mosca, dove si diploma a pieni voti nel 1911. Dal 1917 al 1921 insegna al Conservatorio della Filarmonica di Mosca e tiene una serie di concerti come pianista. E’ nota l’esecuzione in presenza di Lenin dell’Appassionata di Beethoven, la sonata prediletta del politico russo, a casa di Ekaterina Peškova, prima moglie di Maksim Gor’kij, che insieme all’esploratore norvegese Fridtjof Nansen fu uno dei più cari amici del musicista.  Nel 1920 Dobrovejn dirige al Teatro Bol’šoj il Boris Godunov di Musorgskij con Fedor Šaljapin come interprete principale. Nel 1922 è invitato a Dresda a dirigere la prima esecuzione tedesca del Boris Godunov. In quell’anno lascia la Russia e si stabilisce in Germania, dove nel 1924 dirige l’orchestra Filarmonica di Berlino; in seguito è direttore musicale all’Opera popolare di Vienna, all’Opera di Sofia e di Budapest. Dal 1927 si trasferisce in Norvegia e dal 1928 al 1931 dirige la Oslo Philarmonic Orchestra.  Nel 1929 diventa cittadino norvegese. Tra il 1930 e il 1932 è alla guida dell’Orchestra sinfonica di San Francisco e dirige diversi concerti anche a New York. Nel 1940 a seguito dell’occupazione tedesca della Norvegia, Dobrovejn si trasferisce in Svezia, dove fino al 1953 dirige la Gothenburg Symphony Orchestra ed è direttore musicale anche all’Opera di Stoccolma. Quando Bronislav Guberman fonda l’Orchestra sinfonica di Palestina (in seguito di Israele) nel 1936, come direttori sono invitati Toscanini e Dobrovejn. Tra il 1949 e il 1951 ritorna più volte al Teatro alla Scala di Milano, dove dirige opere e balletti. Il suo ultimo concerto con la Oslo Philarmonic Orchestra risale al dicembre del 1952, mentre l’ultimo concerto in assoluto è del 19 gennaio 1953 con la Stuttgart Orchestra. Si spegne a Oslo nel 1953.