Elisabetta Kaehlbrandt Zanelli
(Elizaveta Kaehlbrandt Zanelli)
Dopo gli studi artistici a Riga e a Pietroburgo, nel 1908 giunge in Italia, a Roma, dove conosce il futuro marito, lo scultore bresciano Angelo Zanelli (1879-1942). Ben presto il paesaggio dell’Italia Centrale diviene la principale fonte di ispirazione della giovane artista lettone: particolarmente fecondo è il legame che la lega ad Anticoli Corrado, pittoresca località della valle dell’Aniene amata dagli artisti del tempo, dove la Kaehlbrandt Zanelli trascorre le estati. Scene di vita contadina e scorci del paesaggio ciociaro predominano nei quadri che la Kaehlbrandt Zanelli espone nel 1920 nel Padiglione Russo della XII Biennale di Venezia. Di lei Francesco Sapori tesse su “Emporium” un appassionato elogio:
La signora Elisabetta Zanelli fa della pittura come se ricamasse. I suoi quadri tornano a darmi l’impressione d’arazzetti gustosi e ben composti, nei quali i toni sono scelti, le figure disegnate con garbo; ma il colore sembra filato, ed ha una manosità spessa di lana tagliata con le forbici. (Francesco Sapori, La XII Mostra d’Arte a Venezia – La pittura straniera, vol. LII, n. 307-308, Luglio-Agosto 1920, pp. 128-129)
Dopo diverse esposizioni in ambito romano, nel maggio 1928 la Kaehlbrandt-Zanelli è a Milano, presso la Galleria Micheli. Scene campestri e paesaggi marini, colti dall’artista ne suoi soggiorni all’Isola d’Elba, sono i temi dominanti dei quadri esposti. La sua personale ottiene brevi ma positive recensioni, che rilevano il temperamento energico e persino “indiavolato” (Mostre milanesi, in “Le Arti Plastiche”, 1 giugno 1928) dell’artista:
Elisabetta Zanelli-Kaehlbrandt è anch’essa spirito gagliardo e vivo. La sua tavolozza chiara e spontanea fissa lodevolmente sobrie gustose impressioni di mare, vecchie filatrici e savorose teste di bimbe. Ma in Picnic e in Alla fonte, la Zanelli-Kaehlbrandt, armonizzando paesi e figure con assai buon gusto e con non facile serenità, si afferma pure nell’arte di comporre quadri, elemento degno di considerazione e, anche, di schietta lode (f. v., Alla Galleria Micheli, in “Il Giornale dell’Arte”, a. II, n. 22, 27 maggio 1928, p. 4)
Dopo la morte, avvenuta nel 1970, Brescia, città natale di Angelo Zanelli e luogo di residenza della figlia Magda Zanelli, ospita diverse mostre dedicate all’artista lettone; da segnalare quella allestita nel 2009 presso la Galleria Opposite Antico Moderno.
Scheda biografica
Nasce a Riga nel 1880. Si forma presso l’Accademia di Belle Arti di Pietroburgo e si perfeziona negli ateliers di artisti a Monaco e a Parigi. Durante un viaggio in Italia con la sorella Heddy, nel 1908, conosce a Roma lo scultore bresciano Angelo Zanelli. I due si sposano nel settembre del 1909 e si stabiliscono a Roma, in via dei Villini. Qui Elisabetta allaccia rapporti di amicizia con alcuni rappresentanti della comunità russa romana, ma anche con illustri artisti italiani, che riceve nel suo salotto e con cui trascorre le estati nella località di Anticoli Corrado. In questi anni Elisabetta dipinge alacremente, avviando un’intensa attività espositiva, che la vede presente ad alcune personali e a diverse mostre collettive (Mostra di Amatori e Cultori d’Arte a Roma, Biennale di Venezia, Biennali Romane, Mostra di Arte Marinara a Roma). Dopo la morte del marito, nel 1942, Elisabetta e la figlia Magda si trasferiscono a Bergamo. Qui, pur conducendo una vita molto appartata, Elisabetta continua la sua attività artistica ed espositiva fino alla morte, sopraggiunta nel 1970.
http://www.opposite.it/books.htm
http://www.russinitalia.it/dettaglio.php?id=133