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La Bien-aimée

La Bien-aimée è il penultimo titolo che, assieme a La Valse, comparve al Teatro alla Scala sotto l’egida della Compagnia Ida Rubinstein. La data, il 14 marzo 1929, giungeva neanche un anno dopo il debutto parigino delle due coreografie di Bronislava Nijinska, ed entrambi gli allestimenti erno immutati.
La Bien-aimée, su musica di Schubert e Liszt, strumentata da Darius Milhaud, narrava la storia di un Poeta (interprete, Anatoli Wiltzak) che, seduto al suo pianoforte, riassapora, complice la musica, i suoi amori di gioventù.

Ida Rubinstein si ritagliò, alla Scala, il ruolo della bien aimée, “una musa quasi romantica e dunque per metà innamorata della morte” e i nomi della sua compagnia che sarebbero diventati più famosi comparivano, come Frederick Ashton o David Lichine (ancora con il cognome originale,  Lichteinstein), nel Corpo di Ballo.
La coreografia – che la Nijinska mantenne nel suo repertorio anche dopo aver lasciato l’Europa ed essersi trasferita negli Stati Uniti –  non sortì, alla Scala, effetti positivi.