Fratelli Treves
Già dalla fine dell’Ottocento la casa editrice milanese Fratelli Treves è tra i precursori in Italia nella pubblicazione di opere russe.
Tra le numerose opere pubblicate, vi è la prima traduzione integrale di Guerra e pace di Tolstoj: l’opera dal titolo La guerra e la pace è edita nel 1891, la traduzione, anonima, probabilmente è mediata dal francese. Anche Dostoevskij è presente nel catalogo Treves già dalla fine dell’Ottocento, con Dal sepolcro dei vivi (1887-1891), Il delitto e il castigo (Raskolnikoff): romanzo (Milano, 1889) e nei primi del Novecento I Fratelli Karamazoff (Milano, 1901) e L’idiota (Milano, 1902).
E’ la collana “Biblioteca amena”, a ospitare centinaia di traduzioni, tra le tante, anche alcune opere russe; fino a metà degli anni venti si tratta però di opere ritradotte o ridotte da precedenti traduzioni francesi, e per questo motivo oggetto della critica di Piero Gobetti:
“Noi in Italia non abbiamo ancora delle buone traduzioni delle opere più importanti delle letterature straniere. E infatti badate: gli “antichi e moderni” di R. Carabba, le traduzioni della Libreria della Voce e qualche altra iniziativa sono stati tentativi sporadici: il campo è occupato dalla “Biblioteca amena” (…) si tratta, specialmente riguardo alle traduzioni, di una sciagurata e spudorata mistificazione (… ) traduce dal francese i libri russi, stampa su carta di lusso e copertine. . . (diciamo così) affascinanti il libro che non val nulla e sarà comprato solo per questa sua attrattiva” (P. Gobetti, La cultura e gli editori. I, “Energie Nove”, II, 5 maggio 1919, p.14-15).
Una svolta nelle proposte editoriali si ha verso la metà degli anni Venti, quando nel catalogo Treves compaiono nomi di illustri traduttori dal russo come Federigo Verdinois, Raissa Olkienizkaja Naldi e Valentina Dolghin Badoglio: a segnare una nuova cura delle traduzioni e sempre maggiore fedeltà al testo originale.
Oltre alle opere degli scrittori classici, viene dato spazio anche alla memorialistica, con la pubblicazione delle memorie della figlia di Dostoevskij nel 1922, dal titolo Dostoevskij nei ricordi di sua figlia, e, a partire dal 1924, l’uscita del Diario di Tolstoj, il primo volume (Diario 1895-1899) tradotto da Valentina Dolghin Badoglio, e il secondo da Nina Romanovski (Diario 1853-1865), pubblicato nel 1927.
Con l’avvento degli Anni Trenta l’editore seguita a pubblicare i classici russi e mantiene viva l’attenzione alla fedeltà delle traduzioni, continuando ad avvalersi di traduttori dal russo, tra i quali Erme Cadei, Nina Romanovsky, Maria Rakovska e Odoardo Campa.
Treves inoltre arricchisce la propria proposta editoriale di scrittori contemporanei come: V. Veresaev, I. Kuprin, M. Gorkij, L. Trockij, O. Felyne e D. Merežkovskij.
Dopo aver dominato il mercato editoriale italiano, con il procedere degli anni trenta l’editore Fratelli Treves vive una forte crisi, fino all’acquisizione da parte di Aldo Garzanti nel 1938.