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La Villa Reale di Monza e le Mostre di Arti Decorative

A partire dal 1923, la Villa Reale di Monza fa da splendida cornice alle Mostre di Arti Decorative. Nata da un’idea del presidente della Società Umanitaria Guido Marangoni e ordinata dal CAMMU (Consorzio Milano-Monza-Umanitaria), alla sua inaugurazione, il 19 maggio 1923, la Prima Mostra di Arti Decorative si presenta come una gigantesca fiera dove, accanto all’esposizione di oggettistica e mobilio italiano e straniero, fiorivano attrazioni, spettacoli all’aperto, punti di ristoro e spazi dedicati allo svago di famiglie e bambini.

Uno scorcio della saletta russa del 1923, con la pittura murale di Vsevolode Nicouline

Uno scorcio della saletta russa del 1923, con la pittura murale di Vsevolode Nicouline

Nelle edizioni del 1923 e del 1925 partecipano alla Mostra di Arti Decorative alcuni artisti russi emigrati: al piano terreno dell’esposizione è allestita dalla Ditta Baranovsky una piccola sala di arte rustica russa, riccamente decorata da Vsevolode Nicouline con un’immagine di San Giorgio e due grandi pannelli murali, raffiguranti l’uno una scena tratta dalla fiaba popolare russa Ivan, l’uccello di fuoco e il lupo grigio (Skazka ob Ivane-careviče, žar-ptice i o serom volke) e l’altro tre bojari; tra gli oggetti esposti, utensili in legno decorato – opera di Lilja Slutskaja –, giocattoli e manufatti che affascinano i visitatori con la loro evocazione della lontana e misteriosa Russia:

“Se vi è al mondo un paese, più di tutti ignoto e inesplorato, più di tutti incompreso e incomprensibile, questo paese è indiscutibilmente la Russia, per i suoi vicini occidentali…”. Dostojevskij con queste parole iniziava i suoi scritti critici. E che ne sappiamo noi, oggi, dopo cinquant’anni da allora? Ci siamo creata la visione di uno sconfinato paese in cui penetrare è difficile come in un sogno, in cui la vita è strana come in una leggenda. Il contadino docile, il cosacco intrepido, il signore sacro, la donna languida e bella: letteratura. Ma non abbiamo che pochi libri per conoscere e penetrare lo spirito della nazione ignorata. Pure, il nostro desiderio è sì grande che ci accostiamo sempre con ansia all’arte russa mostrata nelle esposizioni e nelle fiere delle nostre città. Sconfinato paese è la Russia ed oggi così dilaniato ed esangue. Come poteva essa degnamente partecipare alla mostra di Monza?

Nell’impossibilità di avere per questo anno una larga partecipazione russa, in una piccola sala a terreno stanno in bell’ordine scatole, giocattoli e ninnoli di legno scolpito, inciso e colorato. Scatole costruite da abili artefici e dipinte a figurazioni leggendarie, a tipici paesaggi realistici. Giocattoli scolpiti ingenuamente nel legno, semplici ed istintivi, come fatti da un padre per i suoi bambini.

Piatti, tagliacarte, portanelli audacemente policromi nella ricca decorazione. Hanno un fascino particolare che loro deriva dall’essere la creazione di un artefice e non il prodotto di un’industria.”

(P. V., La saletta russa, in “Le arti decorative. Rassegna internazionale ufficiale della Mostra d’arti decorative alla Villa Reale di Monza”, I, 3, 30 giugno 1923, pp. 32-33)

Il riconoscimento consegnato a Nicouline al termine dell’edizione del 1923

Il riconoscimento consegnato a Nicouline al termine dell’edizione del 1923