Le nozze di Amore e Psiche
Creato in occasione del debutto parigino dei Ballets di Ida Rubinstein, Le nozze di Amore e Psiche (Les Noces de Psiché et de L’Amour), sempre con la coreografia di Bronislava Nijinska, fu presentato al Teatro alla Scala la sera del 5 marzo, come un ballet de cour nello stile di Luigi XIV. Composta di numerose entrées, l’insolita pièce permetteva di mostrare una vera costellazione di divinità dell’Olimpo; tutti i personaggi ostentavano sontuosi costumi, creati – come le scene – da Aleksandr Benois che, grande estimatore dell’arte coreutica del passato, aveva ispirato il soggetto della coreografia. Nina Tikanova (nella locandina scaligera compariva qui come Tikhonova), nella sua autobiografia intitolata “La Jeune fille en bleu”, ricorda: “in questo balletto il mio ruolo era quello di una delle Grazie e anche alla Scala fui autorizzata a scambiare qualche passo con alcune piccole batterie”. Un piccolo aneddoto, ma indicativo: evidentemente la coreografia di Nijinska, in cui Ida Rubinstein vestiva i panni di Psiche e il suo abituale partner, Anatoli Wiltzak, quello di Amore, sfoderava un filologico rispetto delle assai contenute danze del XVII secolo, e si atteneva a pochi e calibrati movimenti e a sobrie figurazioni che non potevano soddisfare il desiderio di danzare dei più giovani e talentuosi danzatori della compagnia che, infatti, richiedevano almeno di eseguire “delle piccole batterie” (cioè dei piccoli salti).
A Milano Le nozze di Amore e Psiche divennero il bersaglio delle critiche forse più spietate rivolte alla Compagnia di Ida Rubinstein, non tanto per la coreografia quanto, soprattutto, per la musica: una serie di brani di Bach, orchestrati da Arthur Honneger e diretti sul podio da Ernest Ansermet. Il testimone oculare Carlo Gatti si dimostrò addirittura plateale nelle sue riserve al balletto, che non fu più replicato. Scrisse in “Il Teatro alla Scala nella storia e nell’arte: “Povero Bach! Avrebbe mai creduto, egli sì austero e pio, di far ballare tutte quelle gambe nude?”.