Le silfidi
Questa rêverie romantique in un atto di Michel Fokin comparve al Teatro alla Scala, nel febbraio 1950, e anche qui propose l’idea originaria di donare alla danse d’école una forma nuova, destinata a sopravvivere all’usura del tempo e al passaggio delle mode.
Il balletto, però, nasceva molto tempo prima. Presentato al Teatro Mariinskij il 10 febbraio 1907 e ivi ripreso l’8 marzo 1908, ebbe una genesi alquanto complicata: nel 1907 si chiamava Chopiniana e vantava un’esile trama su musica di Chopin orchestrata da Aleksandr Glazunov. Il 6 aprile 1908 Fokin lo modificò ulteriormente per un debutto in cui danzarono Ol’ga Preobraženskaja, Anna Pavlova, Tamara Karsavina e Vaslav Nijinskij. Infine, la sua coreografia riapparve al Mariinskij con tutte le danzatrici in tutù romantico il 19 febbraio 1909 e un nuovo titolo, Grand Pas sur la musique de Chopin, con altri brani musicali orchestrati da Maurice Keller, e soprattutto una diversa fisionomia, priva di qualsiasi spunto narrativo.
Assunse la sua forma definitiva grazie allo scenografo Aleksandr Benois (link alla scheda), che trovò il titolo definitivo nel 1909, quando Djagilev lo scelse, assieme ad altri pezzi sempre di Fokin, per il programma al Théâtre du Châtelet di Parigi dei neonati Ballets Russes.
Molti anni dopo anche alla Scala Les Sylphides /Le Silfidi del 1951 si muovevano su di uno sfondo simile a quello del secondo atto di Giselle.
Siamo in un parco nostalgico, baciato dal chiarore della luna e disseminato di rovine; le danzatrici si librano nello spazio in lunghi tutù di tulle e mussoline; alla loro danza si unisce quella di un personaggio melanconico, il Poeta, vestito con un giustacuore di velluto nero sopra una calzamaglia bianca. In questo caso, l’orchestrazione della musica di Chopin fu Vincenzo Tommasini. Quanto agli interpreti: sul palcoscenico del Piermarini spiccavano la prima ballerina francese Yvette Chauviré e Vladimir Skouratov (il Poeta), sempre francese, ma di origini russe.
Ripreso nell’agosto 1951 in occasione del Festival musicale Lariano, dunque fuori sede, Le Silfidi ricomparve alla Scala nel 1952 con Tamara Toumanova tra le sue stelle. Negli anni successivi (1953, 1954, 1955 e 1959) non danzarono più interpreti stranieri bensì le stelle del Teatro alla Scala di allora come Olga Amati, Vera Colombo, Gilda Majocchi, Tilde Baroni e il dansuer noble Giulio Perugini.
L’atmosfera onirica e l’immaterialità della rivisitata poesia del ballet blanc si mantennero intatte grazie alle immutate scene e ai costumi di Aleksandr Benois.
Ma. Gu.