Concerto barocco
“Ogni coreografia di Balanchine è armoniosamente realizzata in accordo con la musica. La sua grande sensibilità musicale lo spinge a sfruttare e a penetrare il sostegno strumentale. Quest’ utilizzazione della musica decreta lo stile coreografico di Balanchine, il quale realizza la composizione coreografica attraverso una grande purezza lineare di forme. La composizione coreografica corre parallela sul filo di quella musicale, vale a dire ne penetra scientificamente tutta la costruzione interna, non limitandosi all’esteriorità ritmica e melodica. Nel Concerto barocco la danza emana direttamente dalla partitura [di Bach n.d.r.] e le parti solistiche sono rigorosamente e elegantemente organizzate sul contrappunto dei due strumenti concertanti (i violini n.d.r.). Il sentimento di distensione e di serenità che deriva da quest’intima corrispondenza appartiene al mondo della poesia e della bellezza assolute”. Così scriveva, nel 1961, il critico Alberto Testa all’indomani di Concerto barocco, interpretato dal Corpo di Ballo scaligero con Vera Colombo (poi Carla Fracci), Elettra Morini (poi Liliana Cosi), Mario Pistoni (poi Roberto Fascilla). In realtà, il balletto, su musica di Bach (Concerto per due violini e orchestra in re minore), aveva già debuttato alla Scala: nel 1953 e con il New York City Ballet, e all’epoca del debutto aveva già dodici anni di vita. Come al solito, in seguito ai ripensamenti puristi ed essenziali di Balanchine, il décor e i costumi creati da Eugène Berman, per l’American Ballet Caravan (la prima compagnia a cui il balletto era stato destinato) erano spariti . L’allestimento scaligero del ’53 prevedeva le soli luci di Rosenthal e per gli interpreti, costumi di prova; la direzione dell’orchestra fu affidata a Fiorato (primi violini Minetti e Gorrieri). Nel 1961 nessun cambiamento nello spoglio ma eloquente assetto scenico, salvo sul podio con Rosada e nella buca d’orchestra (con Fantini al posto di Minetti per i primi violini). (Ma.Gu.)