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Episodes

Episodes fu l’ultimo balletto presentato dal New York City Ballet alla Scala durante la vetrina del 1963 e dopo quel debutto non ricomparve mai più. Inizialmente ed eccezionalmente condiviso con Martha Graham, la pioniera della danza moderna, Episodes debuttò al City Center di New York nel 1959, suddiviso in due parti del tutto autonome. La prima, affidata alla Graham, raccontava il dramma di Maria Stuarda sulla Passacaglia, Opus 1 e sui Six Pieces for Orchestra, Opus 6, di Anton Webern. La seconda, sempre su musica di Webern ( Sinfonia, Opus 21, Five Pieces, Opus 10, Concerto op.24, Variations for Orchestra, Opus 30 e Ricercata for Six Voices from Bach’s Musical Offering) fu quella che, a firma Balanchine, giunse anche alla Scala.
Sul palcoscenico del Piermarini si svilupparono tuttavia solo talune danze concertanti create da Balanchine per questo balletto, in costumi questa volta non indicati. Il sipario si alzava prima dell’inizio della musica e quattro coppie erano già là, in scena. Con l’inizio della partitura weberniana i danzatori toccavano le partner sulle spalle, le loro mani si univano, posavano per un istante e poi cominciavano a danzare. Una coppia guidava le altre ma ben presto, con l’incalzare dell’orchestrazione, le altre coppie roteavano sulle note in modi diversi. La danza aveva come tema questa musica; era stata concepita per essere tale. Stravinskij ebbe a dire che nulla nella musica contemporanea lo aveva colpito più della coda di questa Sinfonia. La seconda parte, sulle Cinque Pieces, Opus 10, era un pas de deux, con la ballerina in bianco (Suzanne Farrell) e il partner in nero (alla Scala Conrad Ludlow). La musica di Webern, secondo Schönberg, esprimeva un racconto in un gesto, una gioia in un respiro. La terza parte di Episodes consisteva ancora in un pas de deux per un’altra coppia, ma accompagnata, sul Concerto, Opus 24, da altre quattro ballerine.

Episodes, alla Scala (con scene e luci di Hays e costumi non indicati), terminava con il tributo di Webern a Bach: con Ricercata for Six Voices from Bach’s Musical Offering. Anche qui, come ovunque, la danza rendeva omaggio a una musica piena dell’energia di libere voci polifoniche, mutanti nei loro equilibri come accadeva anche nel movimento. (Ma.Gu.)