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La leggenda della città invisibile di Kitesc

(Kitež)

Il 30 dicembre 1933 va in scena al Teatro alla Scala la prima rappresentazione in Italia della Leggenda della città invisibile di Kitesc e della fanciulla Fevronia (questo è il titolo integrale) di Rimskij-Korsakov. È un’opera in quattro atti e sei quadri su libretto di Vladimir Bel’skij che vi ha riunito due leggende popolari russe, intrecciando l’elemento storico dell’invasione tartara con l’elemento fantastico: la leggenda della città di Kitesc, che si sottrae all’assedio dei nemici grazie a una nebbia dorata che l’avvolge prima che venga adagiata sul fondo del lago Jar, e la leggenda di Fevronia, intrisa di mitologia slava precristiana ed elementi della fede ortodossa, alla quale s’ispira la figura della fanciulla che vive nella selva e parla con animali e fiori. La versione ritmica è di Rinaldo Küfferle, la direzione del maestro Emil’ Kuper , apprezzato per l’energia e il buon gusto nell’interpretazione (Corriere della Sera 31.12.1933), e la regia di Petr Melnikov. Gli interpreti sono tutti russi: Fevronia è Oda Slobodskaja (Oda Slobodskaya), lodata per aver saputo cogliere il carattere intimo e mistico del personaggio di Fevronia, il principe Vsevolod è il tenore Aleksandr Veselovskij, Kutjermà è il tenore Kipras Petrauskas-Piotrovskij.  Nicola Benois è l’ideatore e il realizzatore delle scene, e disegna insieme a Caramba i bozzetti per i costumi. L’opera viene accolta con recensioni molto favorevoli, in particolare per quanto riguarda la scenografia e la musica.
Nel 1951 la Leggenda della città invisibile di Kitesc è di nuovo in cartellone alla Scala con la direzione e la regia di Issay Dobrowen, apprezzato per il dinamismo e la precisione con cui ha saputo “coordinare e incitare i bravi cantanti e le eccellenti masse corali e orchestrali” (Corriere della sera 18.3. 1951). Anche le scene e i costumi, firmati, come per la precedente edizione, da Benois, riportano grandi consensi. Lo scenografo ha escogitato accorgimenti fantasiosi per creare suggestioni ed effetti di luce inconsueti. Il bozzetto della Piazza del Mercato, dominata dall’imponente cattedrale, mostra una fiabesca ricostruzione di botteghe e case di legno con tetti dai colori vivaci che si protendono verso il cielo, suscitando l’impressione di una città pronta a spiccare il volo, mentre sipari di tulle variopinte, in dissolvenza, creano un effetto di riflessi e trasparenze straordinari, dai quali emerge la città di Kitesc trasfigurata nel suo splendore.