Raissa Olkienizkaia Naldi
(Raisa Ol’kenickaja Naldi)
Gli editori milanesi hanno avuto un ruolo importante nella carriera di Raissa Olkienizkaia Naldi, una delle maggiori traduttrici dal russo del Novecento letterario italiano, che tra gli anni Venti e gli anni Sessanta collabora con Treves, Alpes, Monanni, Corticelli, Sonzogno, Feltrinelli, Mondadori, Nuova Accademia, Vallardi.
Donna colta, sensibile e raffinata, a partire dagli anni Venti Raissa OlkIenizkaia Naldi avvia una brillante carriera che la porta a diventare una delle maggiori traduttrici dal russo del Novecento letterario italiano, e a lavorare per le più prestigiose case editrici milanesi: Treves, Alpes, Monanni, Corticelli, Sonzogno, Feltrinelli, Mondadori, Nuova Accademia, Vallardi.
La sua prima grande prova come traduttrice arriva con l’Antologia dei poeti russi del 20° secolo, edita da Treves nel 1924, che tanto apprezzamento susciterà in Cristina Campo (www.cristinacampo.it).
L’amore per la scena e il desiderio di presentare al pubblico italiano la drammaturgia russa coeva la portano a pubblicare, tra il 1924 e il 1925, pregevoli traduzioni teatrali per la collana “La Collezione del Teatro” delle edizioni Alpes: Lo zio Vanja di Čechov (www.anteremedizioni.it), Il labirinto di Poljakov, Che cosa cerchi? di Minskij, La gelosia di Arcybašev, Gli ostaggi della vita di Sollogub, La rosa e la croce di Blok, un trittico di Evreinov costituito da La gaia morte, Tra le quinte dell’anima, Ciò che più importa. Tra le attrici più famose che portano in scena queste opere, spiccano i nomi di Marta Abba e Tatiana Pavlova.
Nel 1930 traduce Il vino nuovo di Zoščenko per la “Nuovissima collezione letteraria” dell’editore Monanni, e le sue traduzioni di alcune liriche di Vjačeslav Ivanov sono pubblicate anche nel numero speciale della rivista «Il Convegno» dedicato al grande poeta russo.
Nel secondo dopoguerra collabora alla traduzione dell’Autobiografia delle lettere (1954) di Tolstoj per Mondadori. Per Feltrinelli traduce il racconto L’esperimento dimenticato dei fratelli Strugackij, incluso nel volume 14 racconti di fantascienza russa (1961).
Negli anni Sessanta la sua attività di traduttrice raggiunge un nuovo e altissimo esito con la pubblicazione di un importante volume di poesie di Anna Achmatova (1962) per la collana “Stelle” delle edizioni Nuova Accademia, con presentazione di Ettore Lo Gatto. L’attrice Anna Proclemer – che insieme a Gerardo Guerrieri è stata sua allieva nello studio della lingua russa a Roma (www.annaproclemer.it/lettera_guerrieri.asp) – realizza due dischi nei quali propone la lettura di alcune liriche achmatoviane (Milano 1962 e 1964).
Sempre per le edizioni Nuova Accademia, nel 1965 traduce (con Elena Schanzer) E ancora giorno di Paustovskij per la collana “I Cristalli”. Nel 1967 riprende l’amato Čechov traducendo Il giardino dei ciliegi per il volume Teatro borghese dell’Ottocento, curato da Vito Pandolfi, per la collana “Scala Reale” delle edizioni Vallardi.
Scheda biografica
Raisa Ol’kenickaja nasce a San Pietroburgo il 6 marzo 1886 da un’agiata famiglia ebrea di farmacisti. Si diploma al liceo Classico di Varsavia col massimo dei voti e la medaglia d’oro, si iscrive poi alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Padova. Pur avendo brillantemente sostenuto tutti gli esami universitari, non consegue però la laurea. Nel 1907 sposa Filippo Naldi (Borgo San Donnino 1886 – Roma 1972), compagno di corso e promettente giornalista, al quale darà tre figli: Gregorio, Giovanna, Elisabetta.
Comincia presto a frequentare grandi personalità della cultura italiana del periodo e, intanto, si cimenta con la composizione letteraria. La prima opera pubblicata è Tre vie (1920), di ambientazione borghese, con ogni probabilità pensata per il rientro in scena di Eleonora Duse. Come traduttrice, esordisce con un’impegnativa Antologia dei poeti russi del XX secolo (1924), per poi concentrarsi sulla drammaturgia russa contemporanea. Per la collana “La Collezione del Teatro” delle edizioni Alpes di Milano, nel 1924 escono Lo zio Vanja di Cechov, Il labirinto di Poljakov, Che cosa cerchi? di Minskij, La gelosia di Arcybašev e, l’anno successivo, Gli ostaggi della vita di Sollogub, La rosa e la croce di Blok, un trittico di Evreinov: La gaia morte, Tra le quinte dell’anima, Ciò che più importa.
Nel 1925, a causa di difficoltà economiche, si trasferisce a Parigi coi figli, dove resterà fino al 1938, mantenendo la famiglia col suo lavoro di traduttrice. In questi anni compaiono per l’editore Carabba di Lanciano il Dibbuk (1930) di An-Ski, Verso il domani (1929) e Virinea (1930) di Sejfullina. Per la serie “Il genio russo” delle edizioni Slavia di Torino realizza due prime traduzioni integrali (Turgenev, Tolstoj), cui ne seguono numerose altre.
Durante la Seconda Guerra Mondiale contribuisce alla nascita della rivista “Mercurio”; nel dopoguerra collabora alla traduzione dell’Autobiografia delle lettere (1954) di Tolstoj per Mondadori. Per Feltrinelli traduce il racconto di fantascienza L’esperimento dimenticato (1961) dei fratelli Strugackie. Per le edizioni Nuova Accademia cura un importante volume su Anna Achmatova (1962) con presentazione di Ettore Lo Gatto e, con Elena Schanzer, traduce E ancora giorno (1965) di Paustovskij. Riprende Čechov traducendo Il giardino dei ciliegi (1967).
La sua intensa carriera di traduttrice si conclude con l’Infanzia, Adolescenza e Giovinezza (1971) di Tolstoj, pubblicata da Vallecchi a Firenze. Muore a Roma il 18 gennaio 1978.