Nella prima metà del Novecento il mondo russo irrompe sulla scena dei teatri milanesi. Al Teatro alla Scala, al Lirico e al Dal Verme si esibiscono i famosi interpreti dei Ballets russes di Sergej Djagilev, portando una ventata innovativa all’arte coreutica milanese. Debutta in Italia Ida Rubinstejn, diretta nelle sue audaci movenze da un coreografo di prim’ordine come Michail Fokin. La lunga collaborazione di scenografi d’eccezione come Aleksandr e Nicola Benois vivacizzano gli allestimenti teatrali dei balletti e delle opere, realizzando sul palcoscenico scaligero inedite concezioni dello spazio scenico. Fedor Šaljapin calca la scena del Piermarini nel ruolo di Mefistofele e di Boris Godunov, mentre i registi Aleksandr Sanin e Tat’jana Pavlova curano la regia di opere liriche principalmente a soggetto russo. Non solo la Scala, ma anche il Manzoni, il Filodrammatici, l’Odeon danno spazio agli artisti russi: le opere di Gogol’, Cechov, Gor’kij sono inserite nei programmi teatrali e messe in scena con grande successo dal regista Petr Šarov, emigrato in Italia dalla fine degli anni Venti. Nella sezione Spettacolo le schede, le immagini e le fotografie, molte delle quali inedite, contribuiscono a ricreare il vivace clima culturale sviluppatosi a Milano in quegli anni grazie all’incontro con la sorprendente vena creativa russa.
Spettacolo
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