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Artisti

Diversi furono gli artisti russi emigrati che esposero nelle gallerie milanesi e lombarde negli anni Venti, Trenta e Quaranta. Pur accomunati dalla cultura d’origine, essi differivano nella formazione, nello stile e nel credo artistico. Per quanto si siano conservate tracce dei rapporti di alcuni di loro con la comunità russa milanese, sarebbe fuori luogo parlare di congregazioni artistiche o di una forte rappresentanza dell’arte russa a Milano. Ogni artista russo era un caso a sé, alle prese con la nostalgia della terra d’origine e le difficili condizioni di emigrato, e al contempo con il desiderio di integrarsi nella nuova realtà e di trovare un proprio posto nel panorama artistico italiano. Questo sentimento contradditorio trovava riflesso nella loro produzione artistica. Da una parte molti di loro riuscirono a conservare una propria sensibilità, specificatamente slava, e a mantenere caratteristiche distintive che i critici del tempo non mancarono di cogliere: i motivi russi nei quadri di Karpoff, le trasposizioni fantastiche e il carattere scenografico di alcune composizioni di Boris e Ina Zueff, il gusto cromatico dei quadri di Issupoff e di Maliavine, con colori vivi ma delicati nel primo, sgargianti e talvolta violenti nel secondo, ma sempre densi di significato, specchi di emozioni e stati d’animo. Dall’altra parte, molti degli artisti russi emigrati mostrarono una spiccata capacità di mutuare gusti e motivi artistici italiani: si pensi ai paesaggi lombardi e milanesi di Karpoff, agli scorci italiani di Besrodny, Brenson e Issupoff, all’elegante equilibrio dei dipinti di Hosiasson, alla plasticità delle figure di Sciltian.